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Credits: Angelo Dal Bo
Che importanza ha, per lei, mangiare riuniti attorno alla stessa tavola?
Il tavolo da pranzo ha sempre avuto un significato speciale per la mia famiglia. Ogni avvenimento è sempre ruotato attorno alla tavola, un vero e proprio fulcro attorno al quale ritrovarsi, chiacchierare, socializzare e, ovviamente, mangiare. La mia è una famiglia grande, divertente e rumorosa. Ho quattro figli ai quali piace molto parlare e mio marito, che è venuto a mancare, amava riunire tutti attorno alla tavola di casa per parlare, mangiare, o anche solo per bere un buon bicchiere di vino.
Il Refettorio Gastromotiva è una grande famiglia. Dopo che mio marito è venuto a mancare, e dopo che i miei figli se ne sono andati di casa per inseguire i loro sogni, il Refettorio Gastromotiva è diventato la mia famiglia adottiva. Qui mi sento a casa, amata e protetta da tutti. Soprattutto quando accogliamo gli ospiti, sono loro una delle vere ragioni per cui vivo e faccio la volontaria. Dico sempre che dare, in realtà, è un gesto egoistico: si traggono molti più benefici dal dare che dal ricevere.
Il Refettorio Gastromotiva mi ha insegnato che il cibo, in realtà, può essere un potente strumento di trasformazione sociale. Tutti hanno diritto a ricevere un pasto servito con dignità e rispetto, e ogni essere umano merita un momento di piacere, raccolta e condivisione. È questo quello che proviamo a dare ai nostri ospiti quando vengono a cena al Refettorio. Dagli chef ho imparato in che modo trasformare tutto ciò che viene sprecato in vere e proprie risorse, persino una buccia di banana. Se evitassimo gli sprechi, saremmo in grado di nutrire molte più persone nel mondo. Cerco sempre di trasmettere questo concetto anche agli ospiti: quello che la maggior parte della gente vede come rifiuto, in realtà, può essere trasformato.
Sì, moltissime ricette! Tra le mie preferite ci sono sicuramente il ceviche di anacardi, la torta di banane, gli hamburgers di fagioli neri e il trito fatto con le bucce di banana.
Dona Gracinda è un’ospite fissa che ha l’abitudine di sedersi sempre allo stesso posto. Ha 97 anni, bella sia fuori che dentro e, soprattutto, con una grande mente. L’anno scorso ha festeggiato il suo compleanno al Refettorio. Ha fatto un discorso che ha fatto commuovere tutti: in 97 anni quella era la prima volta che festeggiava il suo compleanno.
Un incontro spiacevole mai, emotivo sì. Un giorno il Refettorio era quasi al completo, erano rimasti soltanto due posti liberi. Due uomini erano in fila fuori dall’ingresso in attesa di entrare, ma quando si sono accorti che una madre con il figlio non sarebbe stata in grado di sedersi, si sono fatti da parte e le hanno lasciato il posto.
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