Il Pane di Natale di Food for Soul

Non importa quali ingredienti si hanno a disposizione: a volte i prodotti più disparati, se uniti con amore, possono dare risultati inaspettati. Come dimostra una ricetta tradizionale di Modena, terra che da anni ha adottato il team di Food for Soul.

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Modena ci ha adottati, trasmettendoci tradizioni e calore. E noi vogliamo ringraziarla proponendo una ricetta che parla del territorio e delle sue origini, con la consapevolezza che in questa città c’è e ci sarà sempre spazio per la creatività. 

La ricetta del Pane di Natale arriva dal passato, dalla memoria delle “rezdore” che ancora oggi gelosamente ne nascondono il segreto e lo tramandano di generazione in generazione. E’ un dolce tipico del periodo delle feste: si presenta come un bellissimo pane scuro che dopo la cottura in forno viene spennellato con la saba, lo sciroppo che si ottiene dal mosto d’uva. 

Questo pane dolce viene preparato in molte varianti, a seconda dei gusti e delle tradizioni. Ogni famiglia ne ha una propria personale versione, proprio perché questo prodotto nasce dall’esigenza di recuperare tutto ciò che avanzava dal pranzo delle feste. Chi ancora oggi lo prepara in casa ne fa grandi quantità da regalare poi ai vicini di casa o agli amici. 

Noto originariamente come ‘panone di Natale’, era semplicemente una pagnotta di pane che veniva arricchita con gherigli di noci e sulla quale veniva disegnata una croce prima di essere infornata: una volta cotta veniva poi spezzata e divisa tra i membri della famiglia. La tradizione si è poi evoluta, aggiungendo alla lista di ingredienti anche frutta secca, marmellata, cioccolato, uvetta e altri ingredienti, conservando però l’usanza di spezzare e dividere il pane tra commensali dello stesso tavolo. 

La particolarità di questo dolce è che, ad ogni fetta, cambia lo scenario interno. Una molteplicità di ingredienti in grado di produrre sfumature diverse. Questa considerazione ci ha colpito, perché è un po’ quello che avviene all’interno del nostro team: abbiamo origini e personalità differenti, ma unite da un obiettivo comune, quello di trasformare la consapevolezza in azione concreta.

Con questa nostra personale versione del Pane di Natale vogliamo spiegare perché cucinare è un gesto d’amore. Al tempo stesso abbiamo cercato di individuare un ingrediente associato allo spreco di cibo durante il periodo delle feste nelle nostre diverse culture, per dimostrare che a volte basta un pizzico di creatività e attenzione per trovare nuove soluzioni. 

Cucinare significa…

  • “E’ quando riusciamo a trasformare il nostro ambiente, ciò che ci circonda,  in cultura, società e sogni. Proprio come ha indicato l’antropologo francese Lévi-Strauss, siamo passati “dal crudo al cotto”. Questa trasformazione ci ha cambiato, ci ha resi umani. E lo fa ancora, ogni volta. Ci fa vedere quello che va al di là di noi stessi, che è ciò che ci nutre davvero e ci rende capaci di prenderci cura degli esseri umani.”Cristina, originaria del Venezuela, indica il cioccolato tra gli ingredienti più sprecati durante il periodo delle feste. 

 

  • Cucinare significa prendersi cura delle persone care” – Andrea, di origini croate, consiglia di riutilizzare le noci, ricordo della sua infanzia.

 

  • Cucinare è un gesto d’amore perché è una maniera universale per prendersi cura delle persone che ci circondano: che siano famiglia, amici, clienti o semplicemente vicini di casa.” – Camilla, italiana della provincia di Lecco, associa alle sue feste le castagne secche.

 

  • “Ci si può semplicemente nutrire, soddisfando un bisogno primario. Oppure si può cucinare, aggiungere cioè ai semplici ingredienti qualcosa di personale: la propria storia, la propria memoria, la propria cultura. Una persona che cucina è una persona che dà, e quello che può donare è la forma di amore più libera e democratica che ci sia.” – Laura, nata e cresciuta a Modena, aggiunge alla ricetta la saba preparata dalla nonna.

 

  •  “Cucinare è un gesto d’amore perché è pensato per riunire le persone” – Caroline, da Charleston in South Carolina, associa alla sua tradizione le arachidi, prodotto di largo consumo durante le festività americane.

 

  • “Cucinare è un gesto d’amore perchè significa trasferire energia positiva e creatività in un piatto per poi donarlo a qualcuno. E questo è il regalo più bello di tutti.”Caterina, di origini milanesi, indica con nostalgia i canditi.

 

  • Cucinare, per me, significa famiglia.” – Bianca, da Verona, aggiunge alla nostra ricetta le mandorle.

 

  •  “Cucinare è un gesto d’amore perchè riflette il valore della bontà e dell’empatia umana. Ci ricorda di restituire tanto quanto riceviamo, con un senso di rispetto e dignità”Jill, che ci segue da San Francisco, ci suggerisce le prugne della California

Provate a realizzare la vostra versione del Pane di Natale e regalatelo alle persone a voi care.

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Pane di Natale

Ingredienti

  • 50 g di cioccolato
  • 200 g di zucchero
  • 100 g di frutta candita
  • 250 g di prugne della California
  • 300 g di castagne secche
  • 2 cucchiai di Saba 
  • marmellata di prugne 
  • 350 g di noci
  • 330 g di arachidi  
  • una manciata di pinoli e mandorle
  • scorza di 1 limone
  • burro q.b.
  • 1 kg di farina ‘0′
  • 2 bustine di lievito per dolci
  • latte q.b.
  • strutto q.b.
  • panna (opzionale)

Preparare tutti gli ingredienti sul tavolo: tagliare a pezzetti la frutta candita e quella secca, sbriciolare il cioccolato, sbucciare le noci e fare rinvenire le prugne secche in poca acqua tiepida. 

In una ciotola capiente unire alla marmellata tutta la frutta candita e secca, il cioccolato e la scorza di limone, mescolando bene per farli amalgamare. Lasciare riposare il preparato, anche un giorno intero.


Prendere il composto e aggiungere la farina, impastando con un po’ di latte e, volendo, di panna liquida per amalgamare il tutto. Si può unire anche una noce di burro, per ammorbidire l’impasto. Per ultimo aggiungere il lievito in polvere per dolci. Mescolare ed amalgamare bene.

Lasciare riposare per una decina di minuti, quindi suddividere l’impasto nei contenitori destinati alla cottura. In genere si utilizzano gli stampi da plumcake, ma andrà bene qualsiasi forma. Gli stampi vanno unti possibilmente con lo strutto, perchè non si brucia e il dolce si stacca bene dallo stampo. Con un coltello praticare due incisioni a forma di croce sulla superficie e infornare a 200° per 1:15’ – 1:20’.

Dieci minuti prima della fine della cottura, estrarre lo stampo dal forno e, con un pennello da cucina, cospargere la superficie di saba, quindi rimettere in forno e completare la cottura. Il calore consentirà al pane di assorbire la saba e ammorbidire il dolce. Spennellare nuovamente il dolce con la saba una volta estratto dal forno.