In campo per la comunità

Intervista a Claudio Tenuta, rappresentante di ‘Lo Zoccolo Duro Football Club’, per scoprire come lo spirito di squadra e l’impegno sociale possono fare la differenza.

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L’associazione Lo Zoccolo Duro Football Club nasce nel 2007 dal desiderio di un gruppo di amici di condividere la passione per il calcio e promuovere valori come il rispetto, il confronto e la partecipazione. Questo spirito li accompagna anche fuori dal campo, dando vita a iniziative che uniscono sport, convivialità e impegno sociale.

Lunedì 2 e 9 Dicembre, i membri dell’associazione hanno messo in pratica questi valori al Refettorio Made in Cloister di Napoli, offrendo il loro tempo, la loro energia e anche un aiuto concreto per rendere speciali due cene dedicate a persone in difficoltà. In questa intervista Claudio Tenuta, rappresentante dell’associazione, racconta cosa li ha spinti a partecipare e l’impatto che questa esperienza ha avuto su di loro.

  1. Come descriveresti l’esperienza di partecipare al Refettorio Made in Cloister?
    Cosa vi ha colpito di più di queste giornate, sia dal punto di vista umano che del lavoro svolto?
    L’esperienza è stata profonda, di forte impatto emotivo ma anche caratterizzata da grande allegria e goliardia. Tutti noi partecipanti, divisi in due gruppi per le due cene, abbiamo cercato di portare la nostra energia, voglia di vivere e consapevolezza della nostra fortuna rispetto a chi affronta situazioni di disagio. Durante la preparazione, condivisa con la Chef resident Sabrina Russo, abbiamo seguito le sue direttive con dedizione, mettendo tutta la nostra creatività e rafforzando lo spirito di solidarietà reciproco e verso gli altri. Ci ha colpito profondamente la dedizione delle persone presenti in Fondazione, che mettono a disposizione il loro tempo libero con grande umanità, sacrificando lavoro e famiglia per supportare chi è in difficoltà.
  2. Qual è stato il messaggio o l’insegnamento principale che avete condiviso con i membri della vostra associazione durante questa esperienza?
    Questa esperienza ci ha permesso di apprezzare ancora di più la fortuna di vivere una vita serena, circondati dai nostri cari, con famiglie solide e un lavoro stabile. Abbiamo imparato tanto dalla semplicità e dall’umiltà delle persone incontrate, che affrontano difficoltà enormi con una dignità straordinaria, spesso lontani dagli affetti più cari e da una stabilità economica o emotiva.
  3. Il vostro contributo è andato oltre il servizio, includendo anche donazioni di beni alimentari per gli ospiti del Refettorio. Cosa vi ha spinto a fare questo ulteriore passo?
    Abbiamo ritenuto importante contribuire con una spesa aggiuntiva, acquistando alimenti più pregiati che ci permettessero, insieme alla Chef, di offrire agli ospiti un pasto preparato con dedizione, come in un ristorante. Il nostro obiettivo era regalare un momento di normalità e attenzione speciale a chi spesso non ha accesso a queste esperienze.
  4. In che modo credete che il coinvolgimento in iniziative come questa possa rafforzare il legame tra associazioni sportive come la vostra e il tessuto sociale della città?
    Partecipare attivamente a iniziative periodiche come questa ci permette di rafforzare il legame con la società e di acquisire nuove forze e stimoli per migliorare noi stessi e gli altri. Cerchiamo una vita più etica e rispettosa, imparando a riconoscere le difficoltà che ciascuno potrebbe incontrare. Questi momenti ci insegnano a vedere gli altri non come “diversi” ma come una risorsa, contribuendo così a un tessuto sociale più unito e solidale.


Si ringraziano tutti i partecipanti:
Massimiliano Carillo
Antonello De Rosa
Peppe Oliva
Desiree Giannotti
Diego Rizzo
Luciano Prota
Francesco Addeo
Antonio Scognamiglio
Carmine Rega
Mario Righetti
Vicky Mazza
Andrea Marotta
Angelo De Bernardo
Oreste de Bernardo
Enrico Meer
Romina D’antonio
Claudio Tenuta

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