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Credits: Refettorio Felix
L’ attuale emergenza sanitaria globale ha messo le persone di tutto il mondo di fronte a nuove sfide come il dover lavorare da casa, rinunciare a vedere i propri cari o vivere in condizioni di isolamento sociale. Tuttavia, per quanto difficili possano apparirci queste condizioni, dobbiamo sempre tenere a mente che le persone più colpite dalla crisi sono proprio quelle che vivono già in condizione di vulnerabilità sociale ed economica.
Lo sanno bene lo staff e i volontari del Refettorio Felix di Londra, che lavorano senza sosta non solo per assicurarsi che queste persone continuino ad avere accesso a cibo salutare e fresco, ma anche per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che le persone bisognose continueranno ad avere bisogno del nostro supporto anche durante la crisi – forse più di prima. Questo fantastico team di volontari sta facendo del suo meglio per raccogliere l’attrezzatura necessaria per continuare ad operare in condizioni di massima sicurezza, come spray disinfettanti, igienizzanti per le mani, guanti monouso e mascherine. Lo staff sta inoltre raccogliendo le eccedenze alimentari donate da ristoranti e supermercati, che in questo periodo sono chiusi, preparando così pasti da asporto per gli ospiti. Oltre a tutte queste iniziative stanno distribuendo telefoni cellulari in modo che gli ospiti possano rimanere in contatto e possano continuare a farsi assistere dagli operatori di assistenza psicologica, che al momento stanno lavorando da remoto.
L’attuazione di tutte queste misure è stata possibile solo grazie all’aiuto di numerosi volontari che ogni giorno dedicano tempo ed energia per aiutare i più bisognosi. Tra di loro c’è Graham Hobson, che sta contribuendo come volontario durante questo periodo di crisi e che ora ha addirittura iniziato a portare con sé suo figlio adolescente. “Questa esperienza ci spinge verso una presa di coscienza, la consapevolezza che la società in cui viviamo sia in grado di fare grandi cambiamenti per adattarsi alle cause importanti che lo richiedono. Stiamo tutti imparando a prenderci più cura delle persone attorno a noi, anche se queste non fanno parte della nostra famiglia o della nostra cerchia di amici.”
Come si è evoluta la situazione in una città cosmopolita come Londra? Abbiamo letto che sono nate moltissime iniziative a favore delle persone più bisognose… potresti raccontarci qualcosa su come la città stia mostrando solidarietà durante l’emergenza globale in atto?
Penso che per Londra, all’inizio, sia stato molto difficile pensare all’ipotesi del blocco totale. Ma quello che vedo ora è una nuova Londra: le strade sono tranquille, ci sono meno aerei e macchine in giro (quindi una qualità dell’aria decisamente migliore!) e un nuovo spirito di collaborazione tra i residenti. Quello che si percepisce ora è la consapevolezza che siamo tutti dalla stessa parte, agiamo per un bene comune. Quando si passa di fianco a qualcuno per strada ci si tiene a distanza, ma ora anche tra persone estranee c’è una sensazione amichevole nel farlo.
A quali iniziative ha aderito il Refettorio Felix? In che modo si è trasformato il servizio?
É stata mia moglie tre anni fa a farmi conoscere per la prima volta il Refettorio Felix, perché faceva la volontaria per il Felix Project. All’epoca avevo un po’ di tempo a disposizione tra un lavoro e l’altro, così ho iniziato a fare il volontario una volta a settimana per alcuni mesi durante il servizio del pranzo. All’inizio del 2020, con il ritorno del tempo libero, ho ripreso a partecipare con maggiore frequenza. È bellissimo vedere tutto ciò che accade nel progetto: il cibo è sempre straordinario, le persone che ci lavorano lo fanno con autentica passione e, di conseguenza, gli ospiti esprimono tutta la loro riconoscenza. Nell’ultimo mese abbiamo dovuto adattarci a causa dell’emergenza COVID-19 e abbiamo iniziato a preparare e servire cibo da asporto e, anche io, ho aumentato il numero di servizi a settimana.
Com’è cambiato l’atteggiamento delle persone che chiedono aiuto al Refettorio? Avete servito più o meno persone?
Da quando abbiamo iniziato a preparare pasti da asporto, ogni settimana il numero di ospiti da servire è aumentato. Questo sembra essere una conseguenza del fatto che, sfortunatamente, molti dei centri di assistenza presenti nella zona più a ovest di Londra hanno dovuto chiudere, diventando così il nostro lavoro più importante che mai.
Che effetto hanno avuto le nuove misure di distanziamento sociale sulle persone che normalmente ricevono sostegno dal Refettorio Felix? Il loro atteggiamento nei confronti di staff e volontari è cambiato? Si sono dimostrati spaventati e distanti o hanno manifestato maggior bisogno di contatto sociale e aiuto da parte della comunità?
Gli ospiti sono afflitti dal non poter più utilizzare alcuni dei servizi offerti normalmente dal Refettorio (come, per esempio, il servizio di lavanderia, l’uso delle docce e la presenza di aree dove poter ricaricare il cellulare), ma comprendono le ragioni per cui abbiamo dovuto interromperli fino a quando non sarà possibile riaprirli in massima sicurezza. Abbiamo notato che gli ospiti, quando si presentano per ricevere il loro pasto da poter portar via, sono molto rispettosi dell’imposizione della distanza sociale.
In questo momento di crisi, molte persone si sentono impotenti e vorrebbero poter fare di più per la propria comunità. In che modo, secondo te, le persone possono sostenersi a vicenda pur rispettando le nuove misure sanitarie che ci vengono imposte?
Personalmente penso che, una volta che si è accettato il blocco e ci si è abituati alla nuova realtà e a guardare Netflix, si possano cercare modi più significativi per aiutare. Negli ultimi giorni ho avuto modo di vedere alcuni esempi incredibili, basati su idee creative, che possono essere adottati per aiutare in questa situazione. Diverse aziende con cui lavoro hanno modificato la modalità con cui operano per offrire servizi gratuiti allo staff del servizio sanitario nazionale o alle persone vulnerabili. Alcuni esempi sono Bubble, che offre servizi gratuiti di assistenza all’infanzia al personale del servizio sanitario nazionale, Hiyacar, che gli offre servizi di autonoleggio gratuiti su Londra per recarsi al lavoro o per fare viaggi più lunghi e Pinga, un’app che permette la consegna gratuita di prodotti provenienti da negozi alle persone più vulnerabili. Questi sono tutti progetti la cui organizzazione avrebbe richiesto mesi, ma che in questo modo sono stati implementati in pochi giorni. Ci sono esempi di questo spirito di solidarietà e partecipazione da parte di amici, vicini e colleghi in tutta la città di Londra. È bellissimo vedere ciò che accade nel momento del bisogno.
Cosa ti ha spinto a portare tuo figlio Rory a fare il volontario con te al Refettorio Felix? Ritieni che questo possa essere un modo per aumentare la consapevolezza e accrescere il senso di responsabilità tra i giovani?
Nelle ultime due settimane ho portato con me ben due dei miei tre figli: Rory, che ha 23 anni e fa l’attore, e Evan, che ne ha 18 e sta per fare la maturità. Il mio terzo figlio Finn ha 21 anni, ma lui non ha ancora provato a fare questa esperienza poiché al momento sta mettendo tutto il suo impegno nella tesi finale del Master. Se devo essere sincero ho portato entrambi i miei figli per due motivi: innanzitutto perché avevamo bisogno di ulteriore aiuto – un giorno ci siamo trovati a dover preparare e distribuire 270 pasti e avevamo, quindi, bisogno di tutto l’aiuto possibile – e inoltre perché, in un momento così difficile per tutti, penso sia positivo portarli fuori casa per un’esperienza così nobile e utile non solo alla loro salute psicologica ma anche alla loro autostima.
Com’è cambiato il tuo ruolo di volontario? Il Refettorio Felix ha gestito i volontari in modo diverso rispetto a prima?
Gran parte dei volontari all’interno del team hanno molta esperienza alle spalle, e abbiamo imparato a lavorare bene insieme. Appena arriviamo al Refettorio ci mettiamo subito al lavoro, e siamo riusciti a creare una sorta di ‘catena di montaggio’ per distribuire i pasti del pranzo nel modo più efficiente possibile.
Come pensi che la situazione che stiamo vivendo cambierà il rapporto che abbiamo con gli altri? Pensi esista una qualche lezione o messaggio positivo che possiamo tutti imparare?
Sono fiducioso e spero fermamente che da questa crisi emergeranno alcuni cambiamenti positivi. Questa esperienza ci spinge verso una presa di coscienza, la consapevolezza che la società in cui viviamo sia in grado di fare grandi cambiamenti per adattarsi alle cause importanti che li richiedono. Stiamo tutti imparando a prenderci più cura delle persone attorno a noi, anche se queste non fanno parte della nostra famiglia o della nostra cerchia di amici. Spero inoltre che, negli anni a venire, saremo in grado di applicare questi principi anche ad altre questioni importanti come il cambiamento climatico. Ma non dobbiamo dimenticarci che nel breve termine le persone che fanno più fatica a difendersi in questo momento di crisi sono quelle che stanno pagando il prezzo più alto, e che hanno bisogno del nostro aiuto ora più che mai.
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