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Per chi ama viaggiare, una vacanza gastronomica in Italia è sicuramente un must. Tra piatti stracolmi di pasta fatta a mano, generosi bicchieri di Chianti e dolcissimi gelati da gustare nelle serate estive, il Bel Paese offre sapori per tutti i palati. Ciò che rende unica la cultura gastronomica italiana, però, non è solamente la gioia che si prova mangiando, ma anche l’amore con cui il cibo viene servito a tavola.
Recentemente, durante un viaggio gastronomico che mi ha portata da Londra a Modena, ho partecipato con due amiche australiane al progetto Social Tables Ghirlandina, un servizio settimanale coordinato da Food for Soul con il supporto della Fondazione Auxilium.
Per realizzare Food for Soul, Massimo e Lara, hanno messo l’esperienza maturata con l’Osteria Francescana al servizio di un progetto rivoluzionario che si occupa di combattere lo spreco alimentare e la povertà. Da più di un anno, ogni lunedì, in un bellissimo spazio affrescato da due artisti Modenesi, chef e volontari servono una cena di tre portate ad ospiti in situazioni di vulnerabilità dando loro la possibilità di passare una serata in compagnia e di rilassarsi.
La nostra giornata inizia con una visita al mercato Albinelli, dove i venditori locali hanno messo da parte alcune cassette con le eccedenze della giornata. Dal mercato, attraversando la bellissima piazza del Duomo di Modena, portiamo un carrello stracolmo di cibo fino alle cucine dei Social Tables e più tardi aiutiamo gli chef a scaricare gli ingredienti e a decidere il menù. Stasera i due cuochi prepareranno un’insalata di riso (la classica ricetta estiva a base di riso, rivisitata con l’aggiunta di mele), pizza fatta in casa e una mousse di frutta. Camilla e Arturo di Food for Soul ci spiegano che l’organizzazione collabora con un’associazione di chef locali, per coordinarne la presenza settimanalmente. Inizialmente, gli chef trovavano difficile cucinare solo con ingredienti provenienti da eccedenze alimentari (“Come non ci sono cipolle?!”), ma col tempo hanno cominciato a trovare la sfida divertente e in molti hanno chiesto di tornare. Uno degli chef di stasera è già tornato quattro volte.
Appena la sala da pranzo inizia a riempirsi lo spazio si anima – è il segnale che bisogna iniziare con il servizio. Lavoriamo con un team di volontari regolari per servire prontamente ogni portata, facendo attenzione che gli ospiti si sentano i benvenuti e siano sempre a proprio agio. Le chiacchere e le risate dei commensali rendono l’atmosfera rilassante e allegra. Gli ospiti sono principalmente uomini, soli, che vengono ai Social Tables per consumare un pasto caldo, ma anche e soprattutto per stare in compagnia.
Al termine della cena, la sala applaude i cuochi per ringraziarli della splendida serata. Alcuni ospiti rimangono un po’ più a lungo per parlare con i volontari e chi parla qualche parola di inglese ci chiede timidamente da dove veniamo. Gli ospiti più regolari ringraziano calorosamente il team di Food for Soul (alcuni anche con grandi abbracci!). Concludiamo la nostra giornata modenese cenando con i volontari e gli chef e, tra un bicchiere di lambrusco e un piatto di insalata di riso, condividiamo aneddoti gastronomici e avventure di viaggio. Mentre chiacchieriamo, mi rendo conto che l’amore per il buon cibo è qualcosa che ci accomuna tutti, indipendentemente da chi siamo o da dove ci troviamo nel mondo – e questa è sicuramente un’esperienza per cui vale la pena viaggiare.
Anne Widjaja
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